mercoledì 20 agosto 2008

In Croazia Px e T5 a go go

Fin dai primi anni settanta ho passato parecchie estati nell'ex Yugoslavia ed ora Croazia, vedendo per quasi vent'anni solo cicolomotori Tomos, simili, ma assai meno aerodinamici e poveri di design ai nostri Ciao e Si, a qualche Garelli a ruote grandi. Li usano ancora per carita', robusti lo erano di certo, sempre con grandi marmitte sporgenti ma davvero brutti esteticamente,. Mancavo da qualche anno, ma quest'estate non sono davvero riuscito a contare l'infinità di PX di prima ed ultima generazione e T5 che sbucavano da ogni parte, parcheggiati ovunque e spesso accessoriati da paracolpi laterali e portapacchi cromati. I ragazzini anche lì sono più attratti da scooter plasticati dalle abominevoli colorazioni, ma chi vuole girare nel traffico delle piccole e grandi città di mare, portando a spasso moglie e figlio, la spesa, il necessaire per la pesca o arnesi da lavoro, si è affidato anche qui all'ultima generazione di scooter italici dotati di prestazioni e solidità riconosciuti universalmente. Per carità non mancano simil repliche più tristi e recenti di Vespa, ma anche lì il made in Italy a due ruote che conta ha fatto certo breccia. Commuovente davvero per me un incontro con una 50 faro tondo dotata di specchietto allo scudo e mazzettino di fiori a due parti dal porto di Madarska dove si concentrano bar e pub molto ben curati pieni di tavolini, sedie e pivo- 600 e passa km da Trieste sulla costa Dalmata sotto Spalato, regione come tutta la costa croata colonizzata ed arricchita di città e porti dalla Serenissima Venezia. Piccoli tesori a due ruote nati per ritrovare l'Italia in ogni angolo del mondo.